Parità di genere e rapporto sulla situazione del personale: la scadenza si avvicina

Il Codice delle Pari Opportunità, entrato in vigore nel 2006, dispone l’obbligo per le società pubbliche e private che occupino oltre cinquanta dipendenti di redigere su base periodica biennale un rapporto inerente alla situazione occupazionale in termini di genere. Tale adempimento resta invece facoltativo laddove non venga raggiunta la predetta soglia occupazionale.

Per il corrente biennio, l’obbligo scade il 30 aprile 2024, seppur il modello attualmente disponibile non sia stato riformato in modo da renderlo di più semplice comprensione, come richiesto nell’anno 2022 in sede di prima applicazione della norma.

Vediamo quali sono i principali punti da tenere in considerazione nel redigere il rapporto:

• le Società sono tenute a indicare lo stato dell’occupazione maschile e femminile in ognuna delle professioni nonché lo stato di assunzioni, della formazione, della promozione professionale, dei livelli, dei passaggi di categoria o di qualifica, di altri fenomeni di mobilità, dell'intervento della Cassa integrazione guadagni, dei licenziamenti, dei prepensionamenti e pensionamenti e della retribuzione effettivamente corrisposta del personale maschile e femminile;
• il rapporto deve essere redatto e trasmesso in forma telematica, attraverso la compilazione del modello pubblicato nel sito internet istituzionale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nonché essere oggetto di formale condivisione con le rappresentanze sindacali aziendali.

Chi ha accesso al rapporto

• la Consigliera e il Consigliere regionale di parità, che, a loro volta, elaborano i dati e li trasmettono a diverse sedi istituzionali, quali: gli uffici territoriali dell'Ispettorato del Lavoro, la Consigliera o il Consigliere Nazionale di Parità, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Istituto Nazionale di statistica e il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro;
• entro il 31 dicembre di ogni anno, è reso disponibile anche alla Consigliera o al Consigliere nazionale e regionale di parità l’elenco delle società tenute all’obbligo di trasmissione del rapporto. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali pubblica, in un’apposita sezione del proprio sito internet istituzionale, l’elenco delle società che hanno trasmesso il rapporto e di quelle che, invece, non lo hanno trasmesso.

Quadro sanzionatorio

In caso di mancata trasmissione del rapporto, l’Ispettorato del Lavoro competente per territorio invita formalmente la Società ad adempiere entro 60 giorni.

In difetto, la stessa sarà oggetto di una sanzione amministrativa di importo massimo pari ad 512,00 Euro.

In caso di mancata ottemperanza a tale obbligo per oltre dodici mesi, la società non può fruire per un anno dei benefici contributivi.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro deve inoltre verificare la veridicità dei rapporti e, laddove gli stessi fossero mendaci e/o incompleti, è prevista l’applicazione della sanzione amministrativa da 1.000,00 a 5.000,00 Euro.

Perché è importante redigere il rapporto

Il rapporto sulla parità di genere è un documento necessario per partecipare a determinate categorie di gare per appalti pubblici.

Lo stesso è necessario per ottenere la Certificazione della Parità di Genere, documento indispensabile per accedere a diversi benefici, tra cui l’esonero contributivo, come meglio precisato dal messaggio INPS n. 4614 del 21 dicembre 2023.

Restano evidenti incertezze formali e sostanziali nella redazione del rapporto. Alla luce delle sanzioni previste per il mancato/scorretto adempimento di tale obbligo, che possono anche avere portata rilevante – fino a impattare la regolare prosecuzione delle attività – si auspica un pronto intervento istituzionale