Messaggio INPS n. 4464 del 26 Novembre 2020: Risoluzione del rapporto di lavoro a seguito di accordo collettivo aziendale e accesso all’indennità NASpI

L’INPS, con il Messaggio n. 4464 del 26 Novembre 2020 (disponibile qui), ha fornito ulteriori chiarimenti in materia di accesso all’indennità di disoccupazione NASpI nelle ipotesi di risoluzione del rapporto di lavoro a seguito di un accordo collettivo aziendale, secondo quanto previsto dall’art. 14, comma 3, del Decreto-Legge 14 Agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla Legge 13 Ottobre 2020, n. 126 (c.d. «Decreto Agosto»).

Al riguardo, ricordiamo che l’art. 14, comma 3 del Decreto Agosto aveva introdotto alcune eccezioni all’attuale blocco di licenziamenti. In particolare, il citato articolo dispone che le preclusioni e le sospensioni in materia di licenziamenti collettivi e di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, disciplinati dalla stessa norma, non trovano applicazione nelle ipotesi di accordo collettivo aziendale - stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale - avente ad oggetto un incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, limitatamente ai lavoratori che aderiscano al predetto accordo (attraverso, quindi, una risoluzione consensuale); i predetti lavoratori, ove ricorrano gli altri presupposti di legge, possono conseguentemente accedere alla prestazione di disoccupazione NASpI.

L’Istituto previdenziale interviene oggi sulla suddetta materia attraverso il Messaggio n. 4464/2020 ricordando anzitutto che ai fini dell’accesso all’indennità di disoccupazione NASpI si richiede che la cessazione del rapporto di lavoro sia intervenuta involontariamente e che quindi l’assicurato possa fare valere lo stato di disoccupazione involontario.

Fermo restando detto principio cardine per il riconoscimento della NASpI, sono state previste alcune ipotesi di accesso alla stessa che si differenziano dal licenziamento o dalla cessazione a seguito della scadenza del contratto a tempo determinato.

In particolare, l’INPS richiama l’art. 3, comma 2 del D.Lgs. n. 22/2015 che riconosce l’indennità di disoccupazione anche nelle ipotesi di dimissioni per giusta causa e di risoluzione consensuale intervenuta nell’ambito della procedura di conciliazione di cui all’art. 7 Legge n. 604/1966 (come modificato dall’art. 1, comma 40 L. n. 92/2012).

Sul punto, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con risposta all’Interpello n. 13 del 2015, aveva già chiarito che non è ostativa al riconoscimento dell’indennità NASpI l’ipotesi di licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione di cui all’art. 6 del D.Lgs. n. 23/2015.

Inoltre, anche nell’ipotesi di dimissioni a seguito del trasferimento del lavoratore ad altra sede, l’INPS ricorda che ricorre la giusta causa delle dimissioni qualora il trasferimento non sia sorretto da comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive e ciò indipendentemente dalla distanza tra la residenza del lavoratore e la nuova sede di lavoro. Non è ostativa al riconoscimento della prestazione di disoccupazione altresì la cessazione del rapporto di lavoro per risoluzione consensuale in seguito al rifiuto da parte del lavoratore al proprio trasferimento ad altra sede distante oltre 50 chilometri dalla residenza del lavoratore ovvero mediamente raggiungibile in 80 minuti o oltre con i mezzi di trasporto pubblici.

In questo contesto si inserisce l’art. 14, comma 3 del D.L. 14 Agosto 2020, n. 104 aggiungendo una ulteriore ipotesi di accesso alla prestazione NASpI, che si caratterizza per la presenza di un accordo consensuale tra le parti per porre fine al rapporto di lavoro tra le stesse intercorso.

In merito all’ambito di applicazione della norma emergenziale, già il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aveva chiarito che la disposizione ha carattere generale e si applica in tutti i casi di sottoscrizione degli accordi stipulati che riguardino o meno aziende che possano accedere ancora ai trattamenti di integrazione salariale riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

L’INPS precisa inoltre che l’accesso alla prestazione NASpI per i lavoratori che aderiscono agli accordi in argomento è ammessa fino al termine della vigenza delle disposizioni che impongono il divieto dei licenziamenti collettivi e individuali per giustificato motivo oggettivo.

Al fine di accedere alla NASpI, l’INPS ribadisce altresì quanto già indicato con propria Circolare n. 111 del 2020, ossia che i lavoratori che cessano il rapporto di lavoro a seguito di accordo collettivo aziendale stipulato dalle organizzazioni sindacali, avente ad oggetto un incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro medesimo, sono tenuti, in sede di presentazione della domanda di indennità NASpI, ad allegare l’accordo collettivo aziendale di cui sopra, nonché - qualora l’adesione del lavoratore non si evinca dall’accordo medesimo, ma sia contenuta in altro documento diverso dallo stesso - la documentazione attestante l’adesione al predetto accordo. Predetta documentazione dovrà essere allegata al fine di consentire all’Istituto previdenziale l’erogazione della prestazione nel più breve tempo possibile.

Da ultimo, si evidenzia come il Messaggio n. 4464/2020 chiarisca che l’ambito di applicazione dell’art. 14, comma 3 D.L. n. 104/2020 si estende anche ai dirigenti. Infatti, anche il personale assunto ed inquadrato nella categoria dirigenziale, eventualmente aderente agli accordi in commento, ove ricorrano gli altri presupposti di legge, potrà accedere all’indennità di disoccupazione NASpI.