Circolare INPS n. 115 del 30 Settembre 2020: istruzioni per l’accesso ai trattamenti di integrazione salariale previsti dal Decreto Agosto

È stata pubblicata nella tarda serata di mercoledì la Circolare INPS 30 Settembre 2020, n. 115 (disponibile qui).

Come precisato dallo stesso Istituto, la Circolare fa seguito al Messaggio n. 3131 del 21 Agosto 2020 con il quale, all’indomani della sua introduzione, erano state fornite le prime informazioni in merito alle novità introdotte dal Decreto Legge 14 Agosto 2020, n. 104 (cd. «Decreto Agosto»).

La nuova (e corposa) Circolare INPS n. 115/2020 si propone di illustrare dettagliatamente la disciplina degli ammortizzatori sociali prevista dal Decreto Agosto nonché di precisare le istruzioni sulla corretta gestione delle domande relative ai trattamenti di integrazione salariale previsti dal precedente Decreto Cura Italia.

Tra le numerose indicazioni fornite, la più rilevante è certamente quella relativa alla sospensione del termine decadenziale per le domande di accesso agli ammortizzatori sociali del Decreto Agosto, che slitta dunque dal 30 Settembre 2020 al 31 Ottobre 2020.

Riportiamo di seguito i contenuti principali oggetto della Circolare INPS n. 115/2020.

1. Modifiche ed in innovazioni in materia di trattamenti di integrazione salariale ordinaria ed in deroga e assegno ordinario per la causale COVID-19

Come noto, l’art. 1 del Decreto Agosto ha completamente rideterminato i periodi di trattamento di integrazione salariale che i datori di lavoro possono richiedere nel secondo semestre 2020.

In particolare, la norma prevede che «i datori di lavoro che, nell’anno 2020 sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19» possano richiedere la concessione di trattamenti di integrazione salariale (ordinaria o in deroga) o dell’assegno ordinario: (i) per periodi decorrenti dal 13 Luglio 2020 al 31 Dicembre 2020 e (ii) per una durata massima complessiva pari a 18 settimane. Il periodo di 18 settimane è tuttavia suddiviso in due tranches di 9 settimane ciascuna. Se le prime 9 settimane non sono soggette a condizioni particolari, le ulteriori 9 settimane saranno invece concesse ai soli datori di lavoro per i quali sia già stato interamente autorizzato il periodo precedente.

La Circolare cristallizza due passaggi importanti della norma:

• l’accesso al nuovo periodo di trattamento di integrazione salariale (9+9 settimane) è consentito a prescindere dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali per i periodi fino al 12 Luglio 2020. Pertanto, sarà possibile richiedere tali periodi anche da parte dei datori di lavoro che non hanno mai presentato domanda di integrazioni salariali per causali COVID-19;
• i periodi di integrazione salariale già richiesti ed autorizzati ai sensi del Decreto Cura Italia e del Decreto Rilancio che si collocano, anche solo parzialmente, nei periodi successivi al 12 Luglio 2020, devono essere imputati - limitatamente ai periodi successivi a tale data - alle prime 9 settimane previste dal Decreto Agosto.

Ciò ricordato, la Circolare si sofferma sulle ipotesi in cui le domande relative a periodi a cavallo del 13 Luglio 2020 siano state presentate ma non ancora autorizzate. In tali casi, le istanze saranno valutate anche alla luce del Decreto Agosto e dunque «per i periodi fino al 12 Luglio 2020, sarà preliminarmente verificato il rispetto dei limiti stabiliti dalla previgente normativa, mentre i periodi decorrenti dal 13 Luglio 2020 saranno imputati alle prime 9 settimane di cui al decreto-legge n. 104/2020».

La Circolare chiarisce poi quale criterio sarà utilizzato nella concessione degli ammortizzatori sociali. Il Decreto Agosto aveva infatti sollevato dubbi in merito alla scelta tra il criterio dell’autorizzazione ovvero della fruizione.

L’Istituto precisa infatti che «il legislatore non solamente azzera il conteggio delle settimane riferite alla pregressa disciplina, ma, contestualmente, nel prevedere un periodo massimo di trattamenti pari a 18 settimane complessive (9+9) - da collocarsi nell’arco temporale dal 13 Luglio 2020 al 31 Dicembre 2020 - modifica il precedente indirizzo che legava il ricorso ai trattamenti all’effettiva fruizione degli stessi, e prevede che l’utilizzo delle predette settimane sia possibile esclusivamente nei limiti dei periodi autorizzati senza tener conto del dato relativo al fruito».

Conseguentemente, una volta richieste ed autorizzate le prime 9 settimane e decorso il relativo periodo, i datori di lavoro:

1. potranno proporre istanza per accedere all’ulteriore periodo di 9 settimane in conformità alle indicazioni fornite dalla stessa Circolare;
2. non potranno richiedere l’eventuale completamento delle prime 9 settimane, anche qualora le stesse non siano state effettivamente fruite per intero.

2. Le modalità di richiesta delle prime 9 settimane di trattamenti

Al momento della presentazione delle richieste inerenti alle prime 9 settimane, dovranno essere tenute in considerazione le seguenti indicazioni:

• causale: i datori di lavoro dovranno continuare ad utilizzare la causale «COVID-19 nazionale» già in essere;
• richieste eccedenti il limite massimo consentito: le richieste dovranno tenere conto dei periodi successivi al 12 Luglio già autorizzati ai sensi della normativa precedente. Le richieste presentate per un numero di settimane superiore al massimo consentito (i.e. 9 settimane, considerando anche quelle imputate in relazione alla precedente disciplina), saranno accolte parzialmente dalle Strutture territoriali competenti che ridetermineranno correttamente il limite massimo autorizzabile;
• conversione delle domande di trattamenti di integrazione salariale ai sensi del D.Lgs. n. 148/2015: i datori di lavoro che, avendo esaurito i trattamenti spettanti ai sensi precedente normativa COVID-19 (i.e. Decreto Cura Italia e Decreto Rilancio), abbiano richiesto i trattamenti di cassa integrazione ordinaria previsti dalla disciplina generale di cui al D.Lgs. n. 148/2015 per periodi poi ricompresi nell’ambito di applicazione dell’art. 1 del Decreto Agosto, potranno richiedere la conversione in periodi con causale «COVID-19 nazionale» delle domande non ancora autorizzate (ovvero autorizzate ma per le quali non siano stati emessi i relativi pagamenti o non risulti esposto il codice evento su Uniemens). A tal fine, le aziende dovranno inviare una apposita comunicazione nel cassetto previdenziale, comunicazione bidirezionale, indicando gli estremi della domanda originaria e le settimane per cui richiedono la conversione della causale;
• conversione delle domande di assegno ordinario FIS e dei Fondi di Solidarietà: in questo caso, l’azienda interessata a modificare la causale e quindi la disciplina di riferimento, dovrà inviare espressa richiesta di annullamento della precedente domanda ed inoltrare una nuova apposita domanda con causale «COVID-19 nazionale». Le aziende dovranno inviare una apposita comunicazione nel cassetto previdenziale, comunicazione bidirezionale, indicando gli estremi della domanda originaria e le settimane da variare. Si precisa che per i fondi di solidarietà diversi dal FIS, autorizzati dai rispettivi Comitati centrali, la comunicazione di variazione andrà inviata via PEC all’indirizzo dc.ammortizzatorisociali@postacert.inps.gov.it.

3. Le modalità di richiesta delle prime 9 settimane previste dal Decreto Agosto

Come anticipato, la seconda tranche di 9 settimane prevista dal Decreto Agosto potrà essere richiesta solo dai datori di lavoro ai quali sia stato già interamente autorizzato il precedente periodo di 9 settimane e purché lo stesso sia integralmente decorso.

Inoltre, la concessione delle ulteriori 9 settimane non sarà più a titolo gratuito bensì sarà soggetta al versamento di un contributo addizionale da parte dei datori di lavoro. La misura del contributo sarà determinata sulla base del calo di fatturato subito dall’azienda richiedente.

La richiesta dovrà contenere:

• una dichiarazione di responsabilità, resa dati datori di lavoro ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. 28 Dicembre 2000, n. 445 al fine di autocertificare (i) la sussistenza e l’indice dell’eventuale calo di fatturato subito ovvero (ii) il diritto all’esonero dal versamento del contributo addizionale in quanto l’attività è stata avviata successivamente al 1° Gennaio 2019. L’INPS e l’Agenzia delle Entrate coopereranno nelle operazioni di verifica della veridicità delle dichiarazioni rese dai datori di lavoro;
• l’indicazione della nuova causale «COVID-19 con fatturato».

La Circolare rimanda ad un futuro apposito messaggio per le ulteriori indicazioni relative alle domande della seconda tranche.

4. I contributi addizionali richiesti per l’accesso alla seconda tranche di trattamento

L’art. 1, comma 2 del Decreto Agosto indica i diversi criteri di determinazione del contributo addizionale a carico delle aziende che richiedono l’accesso alle ulteriori 9 settimane di trattamenti.

In particolare, il contributo addizionale calcolato sulla retribuzione globale di fatto che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate durante la riduzione/sospensione dell’attività lavorativa sarà pari:

• al 18% per i datori di lavoro che non hanno avuto alcuna riduzione del fatturato nel raffronto tra il primo semestre del 2020 ed il primo semestre del 2019;
• al 9% per i datori di lavoro che, nel primo semestre del 2020, hanno subito una riduzione del fatturato inferiore al 20% rispetto a quello del primo semestre del 2019;
• a zero per i datori di lavoro che hanno subito una riduzione del fatturato pari o superiore al 20% o hanno avviato l’attività di impresa successivamente al 1° Gennaio 2019.

La Circolare anticipa una importante indicazione pratica relativa al pagamento del contributo addizionale di cui all’art. 1, comma 2 del Decreto Agosto.

Il pagamento del contributo addizionale dovrà avvenire a decorrere dal mese di paga successivo al provvedimento di autorizzazione alla fruizione della prestazione adottato dall’Istituto. Viene specificato che «nell’ambito del flusso Uniemens del mese di paga successivo alla data di autorizzazione, l’azienda è tenuta ad esporre, oltre al contributo addizionale del mese in corso, anche quello riferito ai periodi di integrazione salariale che insistono sui periodi di paga intercorrenti tra la data di inizio della sospensione o riduzione dell’attività lavorativa e quello in cui ricade il provvedimento di concessione dell’integrazione salariale, e ad assolvere i conseguenti obblighi contributivi». A partire dal secondo mese di paga successivo al rilascio dell’autorizzazione, l’azienda dovrà esporre, mese per mese, il contributo addizionale riferito ad ogni periodo di paga, operando i versamenti correlati.

5. Caratteristiche degli interventi di integrazione salariale previsti dal Decreto Agosto

Considerate le importanti novità apportate dal Decreto Agosto al sistema degli ammortizzatori sociali COVID-19, l’INPS ha ritenuto opportuno elencare le principali caratteristiche dei trattamenti ad oggi implementati.

Viene infatti precisato che:

• gli interventi con causali «COVID-19 nazionale» e «COVID-19 con fatturato» previsti dal Decreto Agosto:

1. non sono computati nel limite massimo delle 52 settimane (ovvero 26 per il FIS) nel biennio mobile;
2. derogano al limite di durata massima di 24 mesi nel quinquennio mobile previsto dall’art. 4 del D.Lgs. n. 148/2015;
3. derogano al limite di 1/3 delle ore lavorabili di cui all’art. 12, comma 5, del D,Lgs,. n. 148/2015.

• i periodi autorizzati ai sensi del Decreto Agosto sono neutralizzati ai fini delle successive richieste di integrazione salariale ai sensi del D.Lgs. n. 148/2015;
• possono accedere ai trattamenti di cui al Decreto Agosto i dipendenti in forza presso l’azienda richiedente al 13 Luglio 2020. Sul punto si ricorda che «nelle ipotesi di trasferimento di azienda ai sensi dell’art. 2112 c.c. e nei casi di lavoratore che passa alle dipendenze dell’impresa subentrante nell’appalto, si computa anche il periodo durante il quale il lavoratore stesso è stato impiegato presso il precedente datore di lavoro»;
• anche per richiedere l’accesso agli ammortizzatori sociali previsti dal Decreto Agosto, i datori di lavoro non è richiesta prova relativa alla transitorietà dell’evento, alla ripresa dell’attività lavorativa o alla non imputabilità dell’evento stesso all’imprenditore o ai lavoratori. L’azienda potrà dunque limitarsi ad allegare alla domanda di accesso l’elenco dei lavoratori destinatari della prestazione;
• resta ferma la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa generale, per periodi diversi da quelli coperti dagli ammortizzatori sociali introdotto dal Decreto Agosto e nel rispetto della disciplina applicabile (e.g. sussistenza delle causali di cui al D.M. n. 95442/2016; durata massima; requisito di anzianità aziendale).

6. Termini di trasmissione delle domande di accesso ai trattamenti

Come noto, l’art. 1, comma 5 del Decreto Agosto ha previsto un termine decadenziale per la presentazione delle domande di accesso ai trattamenti di integrazione salariale, che devono infatti essere presentate dai datori di lavoro all’INPS entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione o di riduzione dell’attività lavorativa.

Nondimeno, in fase di prima applicazione, la norma prevede un differimento dei termini per le domande relative alle sospensioni o alle riduzioni dell’attività lavorativa riferite ai mesi di Luglio ed Agosto 2020. Per tali domande, la scadenza per la trasmissione delle domande era fissata al 30 Settembre 2020.

Ebbene, proprio in tale data, l’INPS ha comunicato la proroga del termine di decadenza al 31 Ottobre 2020. Ed infatti, come precisato nella Circolare emanata lo stesso 30 Settembre, il Ministero «ha segnalato l’esigenza dello slittamento del suddetto termine al 31 ottobre 2020, anche in ragione di una imminente soluzione legislativa».

Pertanto, le domande presentate oltre il 30 Settembre 2020 (ed entro il 31 Ottobre 2020) non saranno automaticamente respinte bensì «saranno definite successivamente all’entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 104/2020».

La Circolare ricorda infine che i termini di decadenza previsti dal Decreto Agosto non sono assoluti con la conseguenza che operano solo limitatamente al periodo rispetto al quale la decadenza è effettivamente intervenuta. Pertanto, «laddove l’istanza riguardi un arco temporale di durata plurimensile, il regime decadenziale riguarderò esclusivamente il periodo in relazione al quale il termine di invio della domanda risulti scaduto».

Lascia certamente perplessi la scarsa tempestività con cui l’INPS ha prorogato un termine il giorno stesso della sua scadenza, rendendo così vana qualsiasi utilità per i datori di lavoro.

7. Termini di trasmissione dei dati utili al pagamento o al saldo dei trattamenti

L’art. 1, comma 6 del Decreto Agosto detta i termini per la trasmissione dei dati necessari per il pagamento ovvero per il saldo dei trattamenti di integrazione salariale autorizzati.

In particolare, il 30 Settembre 2020 rappresentava il termine per la trasmissione dei dati utili per il pagamento o per il saldo dei trattamenti collocati tra il 1° Agosto 2020 ed il 31 Agosto 2020. 

Ebbene, anche in questo caso, la Circolare ha disposto la proroga del termine al 31 Ottobre 2020, con gli stesi effetti di sospensione sopra indicati.

8. Modalità di pagamento delle prestazioni integrative

Le modalità di pagamento dei trattamenti previsti dal Decreto Agosto non subiscono variazioni rispetto a quanto già previsto dal Decreto Cura Italia e dal Decreto Rilancio.

I datori di lavoro potranno infatti, alternativamente:

1. anticipare le prestazioni e conguagliare gli importi successivamente;
2. richiedere il pagamento diretto da parte dell’INPS (senza dover necessariamente produrre la documentazione comprovante le difficoltà finanziarie dell’impresa).

Proprio con riferimento al pagamento diretto, la Circolare interviene confermando la possibilità di richiedere il pagamento diretto da parte dell’INPS con anticipo del 40%, come espressamente previsto dagli artt. 22-quater e 22-quinquies del Decreto Cura Italia. Il pagamento diretto con richiesta di anticipo deve avvenire entro 15 giorni dall’inizio del periodo di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.