Uber: la Procura della Repubblica di Milano chiede la revoca del commissariamento della società in ragione dell’adeguatezza del c.d. “Modello rimediale”

Alla luce di quanto riferito dalla stampa di oggi, la Procura della Repubblica di Milano ha chiesto alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano la revoca del commissariamento della società Uber Italy, in ragione del fatto che quest’ultima avrebbe dato ampia dimostrazione di aver adottato un Modello organizzato adeguato a prevenire le gravi carenze in termini di compliance riscontrate nei mesi scorsi.

Nel maggio del 2020, infatti, la Procura di Milano, ritenendo che le condizioni dei lavoratori (c.d. rider) di Uber in Italia fossero tali da integrare il delitto di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” ai sensi all’art. 603-bis c.p., in quanto ritenute “degradanti”, aveva chiesto ed ottenuto dal Tribunale di Milano, con un provvedimento mai disposto prima di allora nei confronti di una società di food delivery, il commissariamento della società, in applicazione della disciplina in materia di misure di prevenzione, a cui si aggiungeva una indagine nei confronti di Uber Italy ai sensi del D.lgs. 231/2001.

Oggi si apprende che, a distanza di circa 10 mesi da quel provvedimento, la società avrebbe dimostrato di aver adottato, a seguito del commissariamento, un modello organizzativo ai sensi del D.lgs. 231/2001 ritenuto – per la stessa Procura della Repubblica – idoneo a prevenire in futuro reati analoghi a quelli in contestazione, e dunque tale da giustificare la richiesta di revoca del commissariamento. Le misure introdotte sarebbero relative, in particolare, a controlli “in grado di intercettare progressivamente focolai di illegalità”, al “divieto di ricorrere a subappaltatori”, che avevano alimentato il meccanismo di sfruttamento e caporalato, all’aggiunta di ulteriore dispositivi di protezione individuale e di una polizza assicurativa privata (in aggiunta alla copertura dell’INAIL) in caso di malattia o infortunio, nonché alla generale revisione al rialzo del trattamento economico riconosciuto ai rider.

Questa richiesta di revoca del commissariamento è naturalmente di estremo interesse, non soltanto per il settore del food delivery – che, peraltro, come noto, è al centro di ulteriori indagini da parte della medesima Procura di Milano, che sta svolgendo accertamenti sull’esistenza di analoghe situazioni di caporalato e sfruttamento anche presso i competitor di Uber Italy –, ma più in generale sull’importanza di dotarsi di un Modello organizzativo adeguato al fine di prevenire reati nell’interesse della società, o comunque di introdurre un serio Modello organizzativo al fine di porre rimedio ad eventuali carenze organizzative riscontrate. Non solo: la decisione della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano rappresenterà un provvedimento che aiuterà gli operatori ad inquadrare meglio lo standard che dovrebbe avere un Modello organizzativo, data la scarsità di provvedimenti giurisprudenziali che ad oggi possano realmente contribuire a definire il benchmark circa l’adeguatezza ed idoneità dei Modelli organizzativi.