Class action Litigation in Italia: prime applicazioni pratiche della nuova normativa nella vicenda del Ponte Morandi

L’ordinanza del Tribunale di Roma (Sez. XVII civile, ud. 14.10.2022), ha sciolto la riserva assunta sull’ammissibilità dell’azione di classe esperita da un gruppo di cittadini liguri nei confronti di Autostrade per l’Italia S.p.A. (“ASPI”), in merito agli eventi lesivi derivati in occasione del crollo del Ponte Morandi, dichiarando l’azione inammissibile.

L’ordinanza in oggetto è infatti uno dei primi provvedimenti adottati nel corso di procedimenti avviati ai sensi della nuova disciplina delle azioni di classe, alla quale per il momento, non si è fatto largo uso all’interno del nostro ordinamento.

Risulta opportuno ai nostri fini ricostruire brevemente la vicenda.

Con ricorso ex artt. 840 bis e 840 ter c.p.c., incardinato presso il Tribunale di Roma R.G.N. 21595/2022, parte ricorrente deduceva la condotta inadempiente e comunque lesiva posta in essere da ASPI, ed in particolare, la violazione degli obblighi di mantenimento della qualità del servizio autostradale e l’omessa manutenzione della porzione di autostrade liguri in concessione, con specifico riferimento al crollo del viadotto sul torrente Polcevera, avvenuto il 14 agosto 2018.

Si costituiva ASPI, contestando integralmente tutto quanto addotto dai ricorrenti, ed eccependo in particolare l’inammissibilità del ricorso ex art. 7 della legge 12 aprile 2019 n. 31, che limita infatti l’applicazione della nuova disciplina dell’azione di classe alle condotte illecite poste in essere successivamente alla data della sua entrata in vigore (ossia il 19 maggio 2021).

Come anticipato, il procedimento non è stato definito nel merito in quanto il Tribunale accoglieva l’eccezione di inammissibilità di ASPI, dichiarando assorbita ogni altra questione. Vediamo assieme il ragionamento dei Giudici.

In merito all’ammissibilità delle azioni, infatti, l’ordinanza precisa che la nuova normativa: “ha innovato sia la procedura sia i presupposti sostanziali di ammissibilità, sopprimendo i limiti oggettivi in precedenza previsti dall’art. 140 bis del Codice del Consumo. Così la tutela dei diritti individuali dei componenti della classe, nell’ambito dei rapporti contrattuali, non è più limitata ai soli “rapporti di consumo” (art. 140 bis, comma 2, lett. a), potendo oggi comprendere anche i rapporti fra imprese e, nell’ambito dei rapporti extracontrattuali, non è più limitata alla responsabilità del produttore e a quella delle imprese autrici di pratiche commerciali scorrette o di comportamenti anticoncorrenziali (art. 140 bis, comma 2, lett. b e c)”. È quindi ora possibile ricorrere alla nuova azione di classe “in ogni ambito nel quale un’impresa o un gestore di servizi pubblici o di pubblica utilità pongano in essere comportamenti illeciti plurioffensivi, dando così vita ad una “classe” di soggetti danneggiati”.

Ciò premesso, va comunque escluso, per espressa previsione legislativa, che le condotte lamentate come illecite verificatesi anteriormente al 19 maggio 2021  possano essere sottoposte allo scrutinio dei Giudici ai sensi della nuova disciplina. Infatti, l’art. 7 della legge 12 aprile 2019 , n. 31, rubricato “Entrata in vigore”, dispone al suo secondo comma che: “Le disposizioni della presente legge si applicano alle condotte illecite poste in essere successivamente alla data della sua entrata in vigore. Alle condotte illecite poste in essere precedentemente continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti prima della medesima data di entrata in vigore”.

Nella vertenza in oggetto, difatti, il Tribunale ha accertato come nella complessa fattispecie illecita prospettata dai ricorrenti, qualsiasi eventuale condotta lesiva asseritamente addebitabile ad ASPI fosse in realtà ben antecedente alla data di entrata in vigore della normativa, con conseguente declaratoria di inammissibilità del ricorso.