Smart working e salute e sicurezza: è possibile nominare medici competenti diversi per i lavoratori da remoto

Il 1° Febbraio 2023 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato la risposta all’interpello n. 1/2023 (disponibile qui) proposto da Confcommercio – Imprese per l’Italia. Mediante tale risposta la Commissione per gli interpelli in materia di salute e sicurezza sul lavoro ha fornito un importante chiarimento in merito alla nomina del medico competente in relazione ai lavoratori in regime di smart working.

In particolare, la risposta all’interpello ha confermato la possibilità per il datore di lavoro, al fine di ottemperare agli obblighi in materia di sorveglianza sanitaria per i lavoratori da remoto, di nominare medici competenti diversi e ulteriori rispetto a quelli già nominati per la sede di assegnazione originaria dei dipendenti interessati.

L’interpello aveva ad oggetto una domanda circa la nomina di medici competenti «specificamente individuati per apposite aree territoriali (province e/o regioni) e appositamente nominati esclusivamente per tali aree e per tipologie di lavoratori operanti da tali aree».

La risposta presenta un’ampia premessa, mediante la quale si elencano le norme in materia di salute e sicurezza che riguardano il ruolo e le competenze del medico compente come definito dall’art. 2 del D.Lgs. n. 81 del 2008 (Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro).

In particolare, l’art. 39 del D.Lgs. n. 81 del 2008 ammette la possibilità per il datore di lavoro, qualora la valutazione dei rischi ne evidenzi la necessità, di «nominare più medici competenti individuando tra essi un medico con funzioni di coordinamento». Tale possibilità di “nomina plurima” trova conferma in un altro passaggio normativo, ossia nell’art. 29 del citato D.Lgs. n. 81 del 2008, il quale definisce la sorveglianza sanitaria come «l’insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori in relazione all’ambiente di lavoro ed i relativi fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa», con netta prevalenza, pertanto, all’attenzione che il medico deve porre all’ambiente di lavoro ed alle modalità esecutive dell’attività lavorativa (che per definizione, in regime di smart working, sono differenziate caso per caso). Tanto premesso, il Ministero ritiene che, tanto più in questa fase storica in cui l’utilizzo del lavoro in modalità agile è massivo ed incentivato dallo stesso legislatore, il datore di lavoro potrà nominare più medici competenti, individuando tra essi un medico con funzioni di coordinamento, rientrando tale fattispecie nel citato art. 39 del D.Lgs. n. 81 del 2008 per le «particolari esigenze organizzative» e in relazione alle necessità emerse «in relazione alla valutazione dei rischi».

Da ultimo, il Ministero chiarisce che anche con questa diversa organizzazione e ripartizione dei doveri in materia di salute e sicurezza restano fermi, per il medico competente e per il datore di lavoro, tutti gli obblighi e le responsabilità in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi della normativa vigente e la rielaborazione del documento di valutazione dei rischi alla luce.