Le principali misure della Legge di Bilancio 2021 in materia di lavoro

La Legge di Bilancio 2021 (L. 30 dicembre 2020, n. 178) si innesta quest’anno nel complesso sistema di norme emergenziali volte a frenare l’emergenza economica scaturita dalla pandemia da Covid-19. Il testo contiene, tra le misure più significative in materia di lavoro, oltre alla proroga del divieto di licenziamento per motivi economici al 31 marzo 2021, la proroga della deroga alla disciplina dei contratti a termine, l’estensione dei trattamenti di integrazione salariale per una durata massima di ulteriori dodici settimane e varie misure relative all’esonero contributivo. Si riportano dunque di seguito le misure maggiormente rilevanti nell’ambito dei rapporti di lavoro.

1. Proroga e rinnovo acausale dei contratti a tempo determinato (art. 1, comma 279)

In materia di contratti a termine, l’art. 1, comma 279 della Legge di Bilancio 2021 modifica l’art. 93 D.L. 34/2020 estendendo sino al 31 marzo 2021 (e non più solo fino al 31 dicembre 2020) la possibilità per i datori di lavoro di rinnovare ovvero prorogare i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche in assenza delle causali previste dall’art. 19, comma 1 del D.Lgs. 81/2015.

Pertanto, fino al 31 marzo 2021, ferma restando la durata massima complessiva di 24 mesi, sarà possibile rinnovare o prorogare per un periodo massimo di 12 mesi e per una sola volta i contratti a termine anche in assenza di (i) esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività, (ii) esigenze di sostituzione di altri lavoratori e (iii) esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria.

In merito alla durata del contratto, ricordiamo che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con Nota n. 713 del 16 settembre 2020, aveva chiarito come la previsione di una durata massima di 12 mesi della proroga o del rinnovo “agevolato”, lasci altresì intendere che il termine sia riferito esclusivamente alla formalizzazione della stessa proroga o del rinnovo. La durata del rapporto potrà quindi protrarsi anche nel corso del 2021, fermo restando il limite complessivo dei 24 mesi.

Resta tuttavia inteso che, qualora sia già stata effettuata una proroga o un rinnovo acausale ai sensi della predetta norma, non ci si potrà ulteriormente avvalere di tale disposizione.

2. Nuovi trattamenti di integrazione salariale COVID-19 (art. 1, commi 299 - 304)

La Legge di Bilancio 2021 conferma inoltre l’estensione dei trattamenti di integrazione salariale COVID-19 per una durata massima di ulteriori 12 settimane, stanziando nuove risorse destinate al finanziamento del sistema degli ammortizzatori sociali emergenziali al fine di garantire «una più ampia forma di tutela delle posizioni lavorative per l’anno 2021».

L’art. 1, comma 300 introduce dunque la possibilità, per i datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19, di richiedere la concessione degli ammortizzatori sociali COVID-19 introdotti dal D.L. 18/2020 per una durata massima di 12 settimane, da collocarsi (i) nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 ed il 31 marzo 2021 per i trattamenti di Cassa integrazione ordinaria e (ii) nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 ed il 30 giugno 2021 per i trattamenti di Assegno ordinario e di Cassa integrazione in deroga.

La manovra di Bilancio conferma il carattere gratuito dei nuovi periodi di trattamenti di integrazione salariale, i quali - sulla base del testo approvato dal Parlamento - non sono condizionati al versamento del contributo addizionale previsto dai precedenti decreti.

3. Esonero dal versamento dei contributi previdenziali (art. 1, commi 306 - 307)

Viene altresì confermato l’esonero contributivo quale misura di sostegno alternativa alla fruizione degli ammortizzatori sociali.

In particolare, ai sensi dell’art. 1, comma 306, i datori di lavoro (esclusi quelli del settore agricolo) che non richiedono i trattamenti di integrazione salariale previsti dalla stessa Legge di Bilancio 2021 hanno la possibilità di fruire dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali, per un ulteriore periodo massimo di otto settimane, da utilizzare entro il 31 marzo 2021, nei limiti delle ore di integrazione salariale già fruite nei mesi di maggio e giugno 2020, con esclusione dei premi e dei contributi dovuti all’INAIL, riparametrato e applicato su base mensile.

In merito alla possibile platea dei beneficiari dei predetti trattamenti (i.e. ammortizzatori sociali ed esonero contributivo), si evidenzia quanto disposto dall’art. 1, comma 305 della Legge di Bilancio 2021. La norma prevede infatti espressamente che tali benefici «sono riconosciuti anche in favore dei lavoratori assunti dopo il 25 marzo 2020 e in ogni caso in forza alla data di entrata in vigore della presente legge», ovvero il 1° gennaio 2021.