Riforma del processo civile: la rivoluzione della fase introduttiva e di trattazione del procedimento di primo grado

Sintesi delle novità

La nuova fase introduttiva

Come si è detto, il nuovo impianto processuale impone alle parti di sviluppare un contraddittorio completo già precedentemente alla prima udienza, ragione per cui la prima significativa novità riguarda l’estensione da novanta a centoventi giorni del termine a comparire ex art. 163 bis c.p.c.

Le modifiche hanno riguardato anche la costituzione del convenuto, che, ai sensi del nuovo art. 166 c.p.c., dovrà avvenire almeno settanta e non più venti giorni prima dell’udienza di comparizione fissata nell’atto di citazione.

Le verifiche preliminari del Giudice

Successivamente alla costituzione delle parti, la nuova struttura del processo civile di primo grado prevede il primo intervento del Giudice, il quale, entro 15 giorni dal termine per la costituzione del convenuto, sarà chiamato, ai sensi del nuovo art. 171 bis c.p.c., a svolgere le verifiche preliminari e a prendere i provvedimenti che nella disciplina attuale costituiscono attività riservate alla prima udienza di comparizione. Per citare alcuni esempi, in sede di verifiche preliminari ex art. 171 bis c.p.c. il giudice procederà ad (i) accertare la regolarità del contraddittorio e a ordinarne eventualmente l’integrazione; (ii) accertare la regolarità della citazione e della costituzione del convenuto; (iii) autorizzare l’eventuale chiamata in causa del terzo richiesta dal convenuto; (iv) verificare i presupposti per la conversione del rito nel nuovo rito semplificato; (v) dichiarare la contumacia dei convenuti non costituitisi.

All’esito delle anzidette verifiche, il giudice, qualora si sia reso necessario adottare uno dei provvedimenti tesi a consentire il regolare svolgimento del procedimento, disporrà il rinvio della prima udienza. Qualora invece non vi sia necessità di assumere alcun provvedimento, il Giudice potrà confermare la data d’udienza fissata in citazione ovvero differirla di un massimo di 45 giorni, al pari di quanto è concesso dall’attuale quinto comma dell’art. 168 bis c.p.c.

Con riferimento a questa prima fase introduttiva del giudizio, sembra opportuno sottolineare che, in alcuni casi non proprio marginali, l’obiettivo di accorciare ed accelerare i tempi del processo si troverà ad essere inevitabilmente frustrato. Ci si riferisce, ad esempio, al caso in cui, il giudice, autorizzata la chiamata in causa del terzo richiesta dal convenuto, debba differire la prima udienza di almeno 120 giorni, al fine di garantire il rispetto del termine a comparire ex art. 163 bis c.p.c.

Tale circostanza comporterà una inevitabile dilazione dei tempi processuali, portando - nella più ottimistica delle ipotesi - la prima udienza a una distanza di almeno 185 giorni dalla notifica della citazione, oltre il doppio di quanto attualmente previsto.

La nuova fase di trattazione: le memorie integrative ex art. 171 ter c.p.c.

Il nuovo art. 171 ter c.p.c. rappresenta una norma di fondamentale importanza nel quadro della nuova fase di trattazione, in un sistema che, come si è detto, aspira a realizzare il canone della concentrazione e per il quale alla prima udienza la causa deve tendenzialmente sempre giungere con il perimetro del thema decidendum e del thema probandum già definito.

Per perseguire i suddetti obiettivi, il legislatore delegato ha dunque deciso di anticipare, rispetto allo svolgimento della prima udienza, il deposito delle memorie istruttorie, attualmente previste all’art. 183 co. 6 c.p.c.

Nello specifico, i nuovi termini per il deposito delle memorie integrative ai sensi del nuovo art. 171 ter c.p.c. decorreranno a ritroso rispetto alla data della prima udienza come confermata o differita dal giudice ai sensi dell’art. 171 bis c.p.c.

Nel dettaglio, con le tre memorie integrative ex art. 171 ter c.p.c., le parti, a pena di decadenza, possono:

1. almeno quaranta giorni prima dell’udienza proporre domande ed eccezioni conseguenza delle difese del convenuto o del terzo o della eventuale riconvenzionale; l’attore può inoltre chiedere di essere autorizzato a chiamare in causa un terzo, in conseguenza delle difese del convenuto;
2. almeno venti giorni prima dell’udienza replicare alle nuove eccezioni e alle nuove domande, indicare i mezzi di prova ed effettuare le produzioni documentali;
3. almeno dieci giorni prima dell’udienza replicare alle eccezioni nuove e indicare la prova contraria.

A ben vedere, non si ravvisano particolari novità sotto il profilo contenutistico delle memorie che rimane in gran parte immutato rispetto alle attuali memorie ex art. 183, comma 6, c.p.c., fatte salve le necessarie modifiche di coordinamento al nuovo impianto processuale.

L’aspetto che maggiormente preoccupa con riferimento al nuovo assetto è certamente la riduzione dei termini per il deposito della terza memoria integrativa che passerà da 20 a 10 giorni decorrenti dal termine per il deposito della seconda memoria.

Nell’introdurre tale novità il legislatore delegato ha probabilmente sottovalutato le difficoltà in cui potrebbero incorrere le parti nell’organizzare le proprie controdeduzioni e reperire gli elementi di prova contraria.