Manovra Finanziaria 2021: le principali disposizioni in materia di lavoro contenute nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri

In data 16 Novembre 2020 il Consiglio dei Ministri ha definitivamente approvato il disegno di legge recante il «Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023» (c.d. «DDL Bilancio 2021»), disponibile qui.

Come indicato nello stesso comunicato stampo ufficiale del Consiglio dei Ministri, il DDL Bilancio 2021 «interviene in profondità, nell’attuale contesto economico, con misure trasversali per la crescita».

In attesa dell’esame del testo definitivo e della conversione parlamentare, si anticipano di seguito le principali misure studiate dal Governo nell’ambito dei rapporti di lavoro.

1. Rinnovo dei contratti a tempo determinato (art. 47)

L’art. 47 del DDL Bilancio 2021 interviene sulla disciplina emergenziale dei contratti a termine introdotta dal Decreto-Legge 19 Maggio 2020, n. 34 (c.d. «Decreto Rilancio»), convertito dalla Legge 17 Luglio 2020, n. 77.

In particolare, la norma modifica l’art. 93, comma 1 del Decreto Rilancio estendono sino al 31 Marzo 2021 (e non più solo fino al 31 Dicembre 2020) la possibilità per i datori di lavoro di rinnovare ovvero prorogare i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche in assenza delle causali previste dall’art. 19, comma 1 del D.Lgs. n. 81/2015 (i.e. esigenze temporanee ed oggettive estranee all’attività ordinaria; esigenze di sostituzione di altri lavoratori; esigenze connesse ad incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria).

2. Nuovi trattamenti di Cassa integrazione ordinaria, Assegno ordinario e Cassa integrazione in deroga (art. 54, comma da 1 a 7)

L’art. 54 del DDL Bilancio 2021 annuncia per il 2021 la dotazione di nuove risorse destinate ai trattamenti di Cassa integrazione ordinaria, Assegno ordinario e Cassa integrazione in deroga.

L’art. 54, comma 2 prevede infatti la possibilità, per i datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19, di richiedere la concessione degli ammortizzatori sociali COVID-19 introdotti dal Decreto Cura Italia, per una durata massima di 12 settimane, da collocarsi (i) nel periodo compreso tra il 1° Gennaio 2021 ed il 31 Marzo 2021 per i trattamenti di Cassa integrazione ordinaria e (ii) nel periodo compreso tra il 1° Gennaio 2021 ed il 30 Giugno 2021 per i trattamenti di Assegno ordinario e di Cassa integrazione in deroga.

Viene inoltre chiarito che:

• con riferimento ai predetti periodi (i.e. 1° Gennaio 2021 - 31 Marzo 2021 e 1° Gennaio 2021 - 30 Giugno 2021) le dodici settimane costituiscono la durata massima che può essere richiesta con causale COVID-19;
• i periodi di integrazione precedentemente richiesti ed autorizzati ai sensi dell’art. 12 del Decreto Legge 28 Ottobre 2020, n. 137 (cd. «Decreto Ristori») e collocati, anche parzialmente, successivamente al 1° Gennaio 2021, saranno imputati alle 12 settimane previste dal DDL Bilancio 2021.

In attesa delle istruzioni operative dell’INPS relativamente ai nuovi periodi di integrazione salariale, si segnala il prospettato ritorno al carattere gratuito del nuovo pacchetto di ammortizzatori sociali COVID-19. La disposizione in esame non contiene infatti alcun riferimento al versamento del contributo addizionale già previsto sia nel Decreto Agosto sia nei Decreti Ristoro e Ristoro-bis.

3. Esonero dal versamento dei contributi previdenziali (art. 54, commi 8 e 9)

Ai sensi dell’art. 54, comma 8, ai datori di lavoro (esclusi quelli del settore agricolo) che non richiedono i trattamenti integrativi previsti dallo stesso DDL Bilancio 2021, è riconosciuto «l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico di cui all’art. 3, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, per un ulteriore periodo massimo di otto settimane, fruibili entro il 31 marzo 2021, nei limiti delle ore di integrazione salariale già fruite nei mesi di maggio e giugno 2020, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'INAIL,  riparametrato  e applicato su base mensile».

Viene dunque confermato l’esonero contributivo quale misura di sostegno alternativa alla fruizione degli ammortizzatori sociali.

L’art. 54, comma 9 considera poi il caso dei datori di lavoro che abbiano richiesto l’esonero contributivo di cui all’art. 12, comma 14 del Decreto Ristori. Sul punto si ricorda che tale norma riconosce ai datori di lavoro privati che non richiedano i trattamenti integrativi previsti dal Decreto Ristori, «l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali  a loro carico di cui all'articolo 3, del decreto-legge 14 agosto  2020, n. 104, per  un  ulteriore  periodo  massimo  di  quattro  settimane, fruibili  entro  il  31  gennaio  2021,  nei  limiti  delle  ore   di integrazione salariale già fruite  nel  mese  di  giugno  2020,  con esclusione dei premi e contributi dovuti all'INAIL,  riparametrato  e applicato su base mensile».

Ebbene, il DDL Bilancio 2021 prevede la possibilità per i datori di lavoro che abbiano richiesto l’esonero contributivo di cui al Decreto Ristori di rinunciare alla frazione di esonero richiesto e non goduto e contestualmente richiedere l’accesso ai trattamenti salariali previsti dallo stesso DDL Bilancio 2021.

4. Disposizioni in materia di licenziamenti (art. 54, commi da 11 a 13)

L’art. 54, comma 11 del DDL Bilancio prevede altresì la ulteriore estensione del divieto di licenziamenti sino al 31 Marzo 2021.

La disposizione riprende in particolare l’impostazione adottata da ultimo dal Decreto Ristori e prevede in particolare che:

• divieto di procedure di licenziamento collettivo: resterà precluso ai datori di lavoro l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo di cui agli articoli 4, 5 e 24 della Legge 23 Luglio 1991, n. 223. Resteranno altresì sospese le procedure pendenti avviate successivamente alla data del 23 Febbraio 2020 (fatte salve le ipotesi in cui il personale interessato dal recesso, già impiegato nell’appalto, sia riassunto a seguito di subentro di nuovo appaltatore in forza di legge, di contratto collettivo nazionale di lavoro, o di clausola del contratto di appalto;
• divieto di licenziamenti per giustificato motivo oggettivo: resterà preclusa altresì preclusa ai datori di lavoro la facoltà, indipendentemente dal numero di dipendenti, di intimare licenziamenti per giustificato motivo oggettivo ai sensi dell’art. 3 della Legge 15 Luglio 1966, n. 604. Resteranno sospese le procedure in corso davanti all’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Nel DDL Bilancio 2021 trovano conferma anche le ipotesi eccezionali nelle quali è possibile derogare alle predette preclusioni e sospensioni. In particolare, laddove il testo della Manovra dovesse essere confermato, i datori di lavoro potranno avviare procedure di licenziamento collettivo ovvero intimare licenziamenti per giustificato motivo oggettivo prima del 31 Marzo 2021 esclusivamente nei seguenti casi:

1. licenziamenti motivati dalla cessazione definitiva dell'attività dell'impresa, conseguenti alla messa in liquidazione della società senza continuazione, anche parziale, dell'attività, nei casi in cui nel corso della liquidazione non si configuri la cessione di un complesso di beni od attività che possano configurare un trasferimento d'azienda o di un ramo di essa ai sensi dell'articolo 2112 del codice civile;
2. accordo collettivo aziendale, stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, di incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, limitatamente ai lavoratori che aderiscano al predetto accordo. In tal caso, a tali lavoratori è comunque riconosciuto il trattamento NASPI;
3. licenziamenti intimati in caso di fallimento, quando non sia previsto l'esercizio provvisorio dell'impresa, ovvero ne sia disposta la cessazione. Nel caso in cui l'esercizio provvisorio sia disposto per uno specifico ramo dell'azienda, sono esclusi dal divieto i licenziamenti riguardanti i settori non compresi nello stesso.

5. Lavoratori interessati (art. 54, comma 7)

Ai sensi dell’art. 54, comma 7 del DDL Bilancio, infine, i benefici previsti dallo stesso articolo (i.e. ammortizzatori sociali, esonero contributivo, divieto di licenziamento) «sono riconosciuti anche in favore dei lavoratori assunti dopo il 25 Marzo 2020 e in ogni caso in forza alla data di entrata in vigore della presente legge».