Legge di bilancio 2021: si rafforzano le misure societarie emergenziali a sostegno delle imprese

La recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (n. 322 del 30 dicembre 2020) della legge del 30 dicembre 2020, n. 178 recante il bilancio dello Stato italiano per l’anno 2021, altrimenti nota come “Legge di Bilancio 2021”, ha introdotto significative misure a sostegno delle imprese, in linea con gli incentivi e i provvedimenti lato sensu “premiali”, disposti nel corso degli ultimi mesi dal Legislatore al fine di far fronte alle difficoltà che le società, di capitali e non, sono state (e sono) chiamate ad affrontare in conseguenza del perdurare dell’epidemia da COVID-19.

In particolare, risultano di notevole interesse pratico i provvedimenti di cui, rispettivamente, all’articolo 1, comma 266, in materia di incidenza delle perdite di capitale incorse nell’esercizio 2020, e all’articolo 1, commi 233 e seguenti di detta legge, concernenti alcuni incentivi alla realizzazione di operazioni straordinarie da parte delle imprese.

Incidenza delle perdite di capitale

Volgendo quindi l’attenzione alla prima disposizione citata, essa ha ulteriormente rafforzato una delle misure emergenziali più radicali già adottate dal Legislatore durante il periodo pandemico attraverso l’adozione del D.L. 8 aprile 2020, n. 23 (c.d. “Decreto Cura Italia”). L’articolo 6 di detto Decreto aveva, infatti, introdotto significative modifiche alla disciplina codicistica concernente gli “opportuni provvedimenti” da assumere in caso di maturazione di perdite significative, permettendo un rinvio delle scelte da assumere (riduzione del capitale sociale e, se del caso, ricostituzione dello stesso al di sopra del minimo legale) in presenza di perdite rilevanti ex articoli 2446, 2447 e 2482-ter c.c., maturate quale diretta conseguenza della pandemia, al fine di evitare che società in salute potessero essere costrette alla liquidazione a seguite di perdite “straordinarie” scaturite, per l’appunto, dal propagarsi dell’emergenza sanitaria da COVID-19.

Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2021, il sopracitato articolo 6 del Decreto Cura Italia è ora stato integralmente sostituito dalla formulazione di cui all’articolo 1, comma 266, che prevede un periodo quinquennale (sic) di sterilizzazione delle perdite emerse “nell’esercizio in corso alla data del 31 dicembre 2020”, invece di quello “solamente” annuale previsto dal citato articolo 6 del Cura Italia. Risulta dunque di tutta evidenza come l’intento del Legislatore, sospendendo per un periodo di ben cinque anni l’obbligo di applicazione tanto delle norme in materia di necessaria ricapitalizzazione delle società in perdita rilevante, quanto quelle in materia di scioglimento delle stesse (e tra queste, in particolare, la causa di scioglimento automatico di cui all’articolo 2484, primo comma, n. 4, c.c.), sia quello di voler offrire un significativo strumento di supporto alle imprese chiamate a fronteggiare l’importante shock economico causato dalla diffusione del COVID-19. Tale scelta, peraltro, porta a liberare indirettamente gli amministratori delle società in seria difficoltà economica dall’impasse di dover gestire tali imprese mediante modalità unicamente conservative secondo quanto richiesto dall’articolo 2486 c.c. e anzi stimolando, al contrario, una gestione imprenditoriale delle società “in crisi”, tutelando (pur sempre entro determinati limiti) l’organo amministrativo dalle responsabilità legate alla continuazione del business di tali realtà societarie pur in presenza di perdite significative.

Incentivi alla realizzazione di operazioni straordinarie

Passando quindi all’analisi di quanto previsto all’articolo 1, commi 233 e seguenti, della Legge di Bilancio, vale la pena notare come il Legislatore abbia, tra le altre cose, previsto anche importanti incentivi fiscali per le società che mirino a porre in essere nel corso dell’esercizio 2021 operazioni straordinarie principalmente di natura aggregativa e, più nello specifico, fusioni, scissioni o conferimenti d’azienda. Secondo quanto previsto, infatti, i soggetti risultanti da tali operazioni potranno trasformare in crediti una quota delle imposte anticipate sulle perdite pregresse e sulle eccedenze di ACE (aiuto alla crescita economica) maturate fino al periodo di imposta precedente a quello di efficacia giuridica dell’operazione straordinaria. Tale beneficio non sarà, tuttavia, gratuito, ma richiederà il pagamento di una commissione pari al 25% di tale valore, successivamente deducibile per cassa dall’imposta sul reddito delle società (IRES) e dall’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). Pare quindi evidente come anche in tal caso il Legislatore sia voluto venire in aiuto delle imprese in questa delicata fase caratterizzata dall’impatto della pandemia sul business: obiettivo non celato della norma risulta infatti essere quello di incoraggiare la competitività delle imprese italiane sul mercato premiando quelle realtà aziendali che mirano ad incrementare le proprie dimensioni così da essere pronte ad operare sui mercati internazionali.