Le novità apportate in tema di giustizia penale dall’art. 36 del nuovo Decreto Legge 8 aprile 2020, n. 23 (“Decreto Liquidità”)

1. Le novità introdotte dal Decreto Liquidità

Il Governo, al fine di mitigare le conseguenze economiche legate all’attuale emergenza sanitaria in corso, ha approvato il Decreto Legge n. 23 dell’8 aprile 2020 (“Decreto Liquidità”), che introduce alcune misure urgenti in materia di accesso al credito, adempimenti fiscali per le imprese, salute e lavoro.

Il Decreto Liquidità introduce anche importanti novità con riferimento ai procedimenti penali, andando a sostituire alcune delle previsioni contenute nel precedente Decreto Legge n. 18/2020, c.d. “Decreto Cura Italia” (“D.L. n. 18/2020”).

L’articolo 83, comma 1, del precedente D.L. n. 18/2020 prevedeva infatti il rinvio d’ufficio di tutte le udienze (salvo alcune specifiche eccezioni) a data successiva al 15 aprile 2020 e la sospensione dei termini processuali dal 9 marzo al 15 aprile 2020, con riferimento sia ai procedimenti in corso sia a quelli non ancora instaurati.

Ebbene, con il nuovo Decreto Liquidità, il Governo ha modificato i termini previsti dal sopra citato Decreto Cura Italia.

In particolare, l’articolo 36 (“Termini processuali in materia di giustizia civile, penale, amministrativa, contabile, tributaria e militare”), del Decreto Liquidità prevede il rinvio d’ufficio di tutte le udienze a data successiva all’11 maggio 2020 e la contestuale sospensione dei termini per il compimento di qualsiasi atto processuale.

Il Decreto Liquidità dunque sembra accogliere la  richiesta dell’A.N.M. – Associazione Nazionale Magistrati che, nel comunicato stampa del 6 aprile scorso, chiedeva “l’adozione urgente di atti normativi che dispongano la proroga d’un regime che prevede la trattazione dei soli affari non differibili” per evitare “l’esposizione di migliaia di persone a un rischio ancora grave, peraltro in assenza dei dispositivi e delle misure di protezione che potrebbero al più ridurre, ma non certo escludere, il contagio ed una diffusione ulteriore del virus”.

Lo stesso Decreto Liquidità ha inoltre previsto che il rinvio “non si applica ai procedimenti penali in cui i termini di cui all’articolo 304 del codice di procedura penale scadono nei sei mesi successivi all’11 maggio 2020”.

In sostanza, il rinvio non si applica ai procedimenti penali nei quali i termini massimi di custodia cautelare scadono nei sei mesi successivi all’11 maggio 2020 (ossia prima dell’11 novembre 2020), a prescindere dalla richiesta dell’imputato.

2. Ricapitolando: le misure emergenziali per i processi penali

Ricapitolando, dunque, le misure “emergenziali” previste dal Decreto Cura Italia e dal Decreto Liquidità per i processi penali sono le seguenti:

• il rinvio d’ufficio di tutte le udienze penali a data successiva all’11 maggio 2020, fatta eccezione per (a) le udienze di convalida del fermo o dell’arresto; (b) le udienze relative a procedimenti penali per i quali vi siano particolari situazioni di urgenza o di pericolosità sociale (ad esempio, le udienze a carico di persone detenute, quelle relative a misure cautelari o di sicurezza, quelle relative a procedimenti in cui sono state applicate misure di prevenzione ovvero quelle a carico di imputati minorenni, peraltro soltanto qualora gli imputati stessi o i loro difensori richiedano lo svolgimento dell’udienza); (c) per le udienze nei procedimenti in cui i termini massimi di custodia cautelare scadono nei sei mesi successivi all’11 maggio 2020;
• la sospensione dei termini di prescrizione per tutto il periodo di rinvio eventualmente disposto dal Giudice (la stessa disciplina trova applicazione anche in relazione ai termini di durata massima della custodia cautelare in carcere, delle misure coercitive diverse dalla custodia cautelare in carcere e di quelle interdittive);
• la sospensione dei termini processuali dal 9 marzo al 11 maggio 2020 sia con riferimento ai procedimenti in corso sia a quelli non ancora instaurati; in relazione ai termini processuali computati a ritroso che ricadono in tutto o in parte nel periodo di sospensione (si pensi, ad esempio, alla scadenza prevista per il deposito della lista testi, che deve essere obbligatoriamente depositata almeno 7 giorni liberi prima della prima udienza dibattimentale), “è differita l’udienza o l’attività da cui decorre il termine in modo da consentirne il rispetto”;
• lo svolgimento delle udienze penali non differibili utilizzando gli strumenti di videoconferenza già messi a disposizione degli uffici giudiziari e degli istituti penitenziari (provvedimento organizzativo del 20 marzo della Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati”). In alternativa, possono essere utilizzati i collegamenti da remoto previsti per le udienze civili (Skype for business, Teams) qualora (i) non sia necessario garantire la fonia riservata tra la persona detenuta, internata o in stato di custodia cautelare ed il suo difensore e (ii) qualora il numero degli imputati, che si trovano, a qualsiasi titolo, in stato di detenzione in luoghi diversi, consenta la reciproca visibilità;

3. Le disposizioni organizzative per il periodo successivo all’11 maggio 2020

Il Decreto Liquidità prevede che, con riferimento al periodo dal 12 maggio al 30 giugno 2020, i Capi degli Uffici Giudiziari adottino “le misure organizzative […] necessarie per consentire il rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie fornite dal Ministero della salute […], al fine di evitare assembramenti all’interno dell’ufficio giudiziario e contatti ravvicinati tra le persone”.

Le misure adottabili sono, ad esempio:

1. la limitazione dell'accesso del pubblico agli uffici giudiziari, garantendo comunque l'accesso alle persone che debbono svolgervi attività urgenti;
2. l'adozione di linee guida vincolanti per la fissazione e la trattazione delle udienze;
3. la celebrazione a porte chiuse, ai sensi dell'articolo 472, comma 3 («quando la pubblicità può nuocere alla pubblica igiene»), del Codice di Procedura Penale, di tutte le udienze penali pubbliche o di singole udienze.

In ogni caso, fino al 30 giugno 2020, la partecipazione a qualsiasi udienza delle persone detenute, internate o in stato di custodia cautelare è assicurata, ove possibile, mediante videoconferenze o con collegamenti da remoto individuati e regolati con provvedimento del Direttore Generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero della Giustizia.

Va peraltro ribadito che il Decreto Cura Italia riconosceva ai Capi degli Uffici Giudiziari la possibilità di rinviare le udienze penali “a data successiva al 30 giugno 2020” (articolo 83, comma 7, lett. g) del D.L. n. 18/2020).

A questo riguardo, il Tribunale di Milano, con la circolare n. 56 del 10 aprile 2020, ha evidenziato che “vi è una pressoché generale indicazione dell’opportunità del rinvio delle udienze a dopo il 30 giugno 2020 in dipendenze della constatazione che (i)  l’attività giurisdizionale penale è caratterizzata necessariamente dalla copresenza di vari soggetti” e (ii) “gli esiti delle esperienze in corso di telematizzazione del procedimento penale danno indicazioni non certo risolutive per giungere a soluzioni adeguate sia per i tempi di trattazione dell’udienza sia rispetto alle caratteristiche dialettiche imprescindibili del processo”.

Sul punto, peraltro, anche il C.S.M. – Consiglio Superiore della Magistratura, nella circolare del 26 marzo 2020, ha sottolineato la necessità di “valutare l’opportunità di rinviare le udienze a date successive al 30 giugno 2020, salvo comprovate ragioni di urgenza”.