Il "pass vaccinale" della Commissione Europea – il Digital Green Certificate

Il 17 marzo 2021, la Commissione Europea ha proposto un regolamento per la creazione di un Certificato Verde Digitale (Digital Green Certificate, o "DGC") al fine di facilitare la libera circolazione delle persone in sicurezza durante la pandemia. Il DGC sarà valido in tutti gli Stati membri dell'UE e aperto all'adesione di Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Il DCG verrà sospeso una volta che l'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarerà la fine dell'emergenza sanitaria internazionale.

Il certificato avrà la funzione di confermare, alternativamente: (i) che una persona è stata vaccinata contro il COVID-19; (ii) che è risultata negativa al COVID-19; o (iii) che è guarita dopo aver contratto il COVID-19.

Il DGC sarà rilasciato in forma digitale o cartacea, insieme ad un codice QR univoco, e sarà disponibile gratuitamente in inglese e nella/e lingua/e ufficiale/i dello Stato membro di emissione, sia per i cittadini dell'UE che per quelli di paesi terzi, purché questi ultimi abbiano diritto di risiedere nell'UE o di viaggiare verso uno Stato membro.

Tra i principi alla base della proposta di regolamento, si segnalano i seguenti:

1. Tutte le persone (vaccinate o meno) dovrebbero beneficiare di un DGC quando viaggiano nell'UE. Ciò significa che ove uno Stato membro accetti la prova della vaccinazione come “pass” per derogare a certe restrizioni di salute pubblica (come la quarantena obbligatoria o l’obbligo di sottoporsi a tampone), lo stesso dovrebbe accettare – alle stesse condizioni – la prova della vaccinazione data tramite DGC. In linea di principio questo è valido per quei vaccini che hanno ricevuto un’autorizzazione a livello europeo, ma gli Stati membri possono decidere di accettare anche altri vaccini.
2. Se, contrariamente a quanto detto sopra, uno Stato membro continua ad imporre ai titolari di una DGC la quarantena o un test, deve informarne la Commissione e tutti gli altri Stati membri e spiegare le ragioni di tali misure.
3. I principi sulla protezione (e la conservazione) dei dati personali continuano ad applicarsi. Pertanto, e in particolare:

• i dati personali contenuti nel DGC sono trattati ai soli fini dell'accesso e della verifica delle informazioni contenute nel certificato stesso, per facilitare l'esercizio del diritto di libera circolazione nell'Unione durante la pandemia da COVID-19;
• i dati personali contenuti nel DGC sono trattati dalle autorità competenti dello Stato membro di destinazione o dagli operatori di servizi di trasporto transfrontaliero di passeggeri che siano tenuti, in base alla legislazione nazionale, ad attuare determinate misure di sanità pubblica durante la pandemia di COVID-19, per confermare e verificare lo status del passeggero quanto a vaccinazione, test o guarigione. A tal fine, i dati personali trattati devono essere limitati allo stretto necessario e non devono essere conservati;
• i dati personali trattati ai fini del rilascio del DGC, compreso il rilascio di un nuovo certificato, non sono conservati più a lungo di quanto sia necessario a tale scopo e in nessun caso più a lungo del periodo in cui il DGC può essere utilizzato per esercitare il diritto alla libera circolazione.

La proposta è attualmente all’esame del Parlamento europeo, e dovrebbe essere pronta prima dell'estate. Link alla proposta completa qui.