La Commissione Europea avvia un’istruttoria antitrust nei confronti di Mondelēz International Inc. per possibili limitazioni della concorrenza

Lo scorso 28 gennaio, la Commissione Europea (“Commissione”) ha avviato un’procedimento istruttorio nei confronti di Mondelēz International Inc. (“Mondelēz”), società attiva nella produzione di prodotti alimentari, per verificare se la società abbia limitato la concorrenza in una serie di mercati nazionali di cioccolato, biscotti e caffè ostacolando il traffico transfrontaliero tra gli Stati membri dell’Unione Europea in violazione degli articoli 101 (divieto di accordi restrittivi della concorrenza) e 102 (abuso di posizione dominante) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (“Trattato” o “TFUE”).

Secondo l’ipotesi accusatoria della Commissione, Mondelēz potrebbe aver impedito a commercianti e dettaglianti di acquistare prodotti in uno Stato membro in cui il prezzo è più basso per rivenderli sui mercati in cui i prezzi sono più alti (c.d. “commercio parallelo”), con l’effetto di determinare prezzi più elevati per i consumatori.

Secondo la Commissione, tale condotta sarebbe stata attuata unilateralmente, attraverso rifiuti di fornitura, richiesta di prezzi di cessione più elevati o limitazione dei volumi venduti a distributori e commercianti coinvolti nel commercio parallelo, ed attraverso accordi con distributori e commercianti volti ad ostacolare il commercio parallelo a fronte di corrispettivi.

In particolare, Mondelēz avrebbe limitato i territori in cui i distributori avrebbero potuto vendere i prodotti contrattualmente, mediante accordi di limitazione territoriale che impedivano anche le vendite passive (ovvero le vendite in risposta ad ordini provenienti dal cliente, senza alcuna sollecitazione da parte del distributore) ed indirettamente, ad esempio imponendo restrizioni rispetto alle lingue utilizzate per l’etichettatura ed il packaging dei prodotti.

Come noto, ai sensi del diritto antitrust, accordi tra produttori e distributori volti a segmentare i mercati all’interno dell’Unione Europea sono considerati contrari alle disposizioni del Trattato. Tuttavia, ai sensi del diritto della concorrenza dell'Unione Europea, le restrizioni territoriali possono essere esentate dall’applicazione dell'articolo 101, paragrafo 1, del TFUE a determinate condizioni. Ad esempio, tali accordi potrebbero essere ritenuti necessari per lanciare prodotti nuovi o per salvaguardare gli sforzi commerciali dei distributori in un determinato mercato evitando fenomeni di “free riding”, ma a condizione che le vendite passive siano sempre possibili.

L’avvio dell’istruttoria nei confronti di Mondelēz dimostra la crescente attenzione della Commissione e delle Autorità di concorrenza nazionali rispetto allo svolgimento delle dinamiche concorrenziali nel settore agroalimentare, che negli ultimi anni è stato oggetto di numerosi procedimenti.

Tra gli interventi più recenti si ricorda il caso AB InBev, concluso nel 2019 con accertamento di infrazione, in cui la Commissione ha censurato la strategia commerciale del produttore di birra, che limitava il commercio parallelo dei propri prodotti dall’Olanda al Belgio, mantenendo artificiosamente elevati i prezzi delle birre nel mercato belga. Anche nel caso AB InBev, la strategia del produttore era stata attuata attraverso la restrizione all’utilizzo delle lingue riportate sull’etichetta dei prodotti.

Qualora, all’esito dell’istruttoria, la Commissione dovesse accertare la violazione delle norme del TFUE, l’eventuale sanzione potrebbe arrivare fino al 10% del fatturato totale di Mondelēz, che - sulla base delle informazioni pubbliche disponibili - nel 2019 è stato pari a circa 21,4 miliardi di euro.