Fringe benefit: estesa a 3.000 Euro la soglia di esenzione fiscale

È stato pubblicato il 18 Novembre 2022 in Gazzetta Ufficiale il Decreto-Legge Aiuti Quater, recante «Misure di sostegno per fronteggiare il caro bollette» (disponibile qui). Il Decreto contiene, fra le altre, all’art. 3 comma 10, le nuove disposizioni relative ai cosiddetti “fringe benefit”.

In particolare, il citato Decreto Aiuti Quater innalza per il 2022, il tetto per l’esenzione fiscale dei fringe benefit: si tratta di una misura di welfare aziendale che ha come obiettivo quello di agevolare i lavoratori a fronte dell’eccezionale incremento dei costi dell’energia. Ai sensi del Decreto, infatti, i datori di lavoro potranno riconoscere ai propri dipendenti, nel loro stipendio, anche il costo delle utenze domestiche di acqua, luce e gas, sotto forma di benefit aziendali e fino all’importo massimo di Euro 3.000.

Il Decreto Aiuti Quater modifica l’articolo 12 del Decreto Aiuti Bis il quale prevedeva, a sua volta in deroga al TUIR, che per il periodo di imposta 2022 non avrebbero concorso a formare reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell'energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di Euro 600.

Per quanto riguarda (i) la modalità di pagamento, (ii) i destinatari della misura, (iii) le tipologie di spese e (iv) le specifiche tecniche connesse al provvedimento in esame, resta fermo quanto previsto dalla Circolare 35/E dell’Agenzia delle Entrate risalente a inizio Novembre 2022 (disponibile qui) la quale aveva spiegato nel dettaglio l’operatività della prima esenzione di Euro 600.

Per quanto concerne i lavoratori che hanno interrotto il rapporto di lavoro prima del 19 Novembre 2022, vale a dire precedentemente all’innalzamento della soglia a Euro 3.000 dell’esenzione, non sussistono le condizioni per ottenere i conguagli fiscali, i quali devono effettuarsi all’atto della cessazione del rapporto di lavoro, come previsto dalla disciplina generale (Art. 23, comma 3, del D.P.R. n. 600/1973).